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Limitare i danni dell’imposta patrimoniale

PREMESSA

La settima edizione 2019 “Gli immobili in Italia” pubblicata dall’Agenzia delle Entrate, l’ultima disponibile, ed edita prima del manifestarsi della pandemia, consente di capire, o meglio intuire, dove il legislatore vorrebbe intervenire.

Lo storico accordo raggiunto in sede UE alcuni giorni fa, per l’istituzione di un fondo comune europeo, c.d. recovery fund, per aiutare tutte le economie dei Paesi europei in difficoltà, prevede l’erogazione degli aiuti finanziari solo e soltanto a seguito dell’attuazione di un piano di riforme condiviso con l’UE stessa.

E’ composto di prestiti, da restituire a tasso agevolato, e denari a fondo perduto. Gli stanziamenti serviranno solo a far ripartire le economie ripristinando la situazione pre-Covid, ma ahinoi, la nostra già cresceva molto poco, prossima allo zero… IN OGNI CASO SONO DISPONIBILITA’ CHE ARRIVERANNO NEL 2021.

L’allarme lanciato dal ministro Gualtieri, circa la possibile mancanza di risorse finanziarie immediate, se non si ricorrerà all’aiuto del MES (Meccanismo Europeo Salvastati), che l’Italia potrebbe richiedere fino ad un importo di 36 miliardi di euro, richiesta che divide l’attuale schieramento politico al governo, sta scatenando illazioni e ipotesi, circa il reperimento di risorse finanziarie necessarie alla continuità della vita economica del Paese.

Le soluzioni sono sostanzialmente due, agire sul fronte esterno, emettendo ulteriore debito, per raccogliere i fondi necessari al funzionamento economico del Paese, ma dovendo comunque pagare interessi sul debito pubblico, già di per sè appesantito, oppure agire sul fronte interno, come chiedono insistentemente molti Paesi europei, rimodulando le imposte….

CRONISTORIA DELLE IMPOSTE PATRIMONIALI IN ITALIA

Nel nostro Paese la patrimoniale ha una storia secolare. Nonostante l’Italia fosse una delle nazioni vincitrici, furono le conseguenze della Grande Guerra a spingere per la sua realizzazione. La Germania sconfitta pagava lentamente i debiti di guerra. L’Italia, per far ripartire l’economia, fu costretta ad emettere una quantità enorme di titoli.

PRIMA PATRIMONIALE – Dopo accese discussioni, il governo Nitti, nel 1922 scelse un prelievo sugli aumenti di patrimonio legati alla guerra. Colpiva sia le persone fisiche sia gli enti collettivi, il cui patrimonio imponibile, valutato alla data fissa del 1° gennaio 1920, raggiungesse il valore di lire 50.000.

SECONDA PATRIMONIALE – Negli anni tra il 1936 e il 1938, i costi enormi sostenuti per finanziare le guerre coloniali, determinarono la successiva istituzione di altre tre imposte patrimoniali, anch’esse di carattere straordinario: il governo Mussolini impose l’imposta sulla proprietà immobiliare, sul capitale delle società per azioni e sul capitale delle aziende industriali.

TERZA PATRIMONIALE – Inoltre, per sostenere gli enormi costi legati al conflitto bellico, nel 1940 sempre il governo Mussolini istituì la prima patrimoniale ordinaria italiana. Gravava su diversi beni di persone fisiche, società, associazioni e altri enti, purché il loro valore superasse le 10.000 lire, quantificabili in circa 8.000 euro di oggi; erano però previste diverse esenzioni, per esempio i titoli di Stato, i depositi bancari, i valori capitali di rendite o pensioni ecc.

QUARTA PATRIMONIALE – Successive nuove imposte straordinarie sul patrimonio furono introdotte nel 1947 a causa della eccezionale esigenza della situazione finanziaria in cui versava lo Stato, dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale. Mentre si discuteva sull’adozione di un piano finanziario di aiuto internazionale, il c.d. Piano Marshall, lo Stato Italiano doveva reperire fondi urgentemente.

Il governo De Gasperi fece approvare dal Parlamento la legge n. 143 del 1° settembre 1947, la quale disciplinava tre distinti tributi: l’imposta straordinaria progressiva sul patrimonio, l’imposta straordinaria proporzionale sul patrimonio delle società e degli enti e l’imposta straordinaria proporzionale sul patrimonio. L’imposta era fortemente progressiva, in quanto l’aliquota saliva dal 6 per cento fino al 61,61 per cento per i patrimoni di un miliardo e mezzo ed oltre.

FINE PRIMA PARTE

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